Scopri il progetto PINA-Q per il contrasto al caporalato e l’inclusione lavorativa regolare di cittadini migranti.
Lo scorso 27 maggio si è tenuto il primo meeting di presentazione del progetto PINA-Q, per il contrasto al caporalato e l’inclusione lavorativa regolare di cittadini migranti in campo agricolo.
L’evento, finanziato dal Fondo Asilo Migrazioni e Integrazione dell’Unione Europea, ha visto la partecipazione di Ce.F.A.P. Centro di formazione, Codess FVG Cooperativa Sociale Onlus, Fai Cisl FVG, Lybra Cooperativa So-ciale Onlus e dell’Assessore al Lavoro, formazione, istruzione, ricerca, università e famiglia Alessia Rosolen.
Il punto di partenza del progetto interregionale PINA-Q vede il lavoro come elemento fondativo della nostra comunità e il lavoro regolare come chiave di volta di qualsiasi processo felice di integrazione sociale.
A livello regionale – hanno evidenziato Laura Rossi di Codess FVG e Laura Vacilotto della Cooperativa Lybra – il progetto ha affrontato il tema del lavoro regolare come via d’accesso obbligata all’integrazione dei cittadini migranti, realizzando quindi un insieme di attività necessarie per il loro inserimento lavorativo, ad esempio per favorire l’incontro fra domanda e offerta e creare connessioni fra consumatori, produttori, distributori e lavoratori, ma mettendo in campo anche iniziative collaterali: azioni per l’inclusione abitativa, accompagnamenti legali e iniziative di formazione rivolte ai mediatori linguistici e culturali sul diritto delle migrazioni e sul diritto del lavoro.
In Friuli Venezia Giulia Pina-Q ha promosso anche e soprattutto percorsi di formazione – ha spiegato la Coordinatrice delle Attività Formative del Ce.F.A.P. Stefania Feltrin – indispensabili per una collocazione efficace nel mondo produttivo.
Percorsi volti all’acquisizione di nozioni di lingua e sicurezza sul lavoro e tecniche agricole di base, programmi in molti casi sviluppati in collaborazione con le aziende presso cui sono stati realizzati gli inserimenti lavorativi.
“La Regione Friuli Venezia Giulia – ha dichiarato l’assessore Alessia Rosolen – non può che essere al fianco di progettualità come questa, che promuovono il lavoro regolare. L’emersione del lavoro nero è un tema centrale, particolarmente caro all’amministrazione regionale, e con questo il rispetto della sicurezza e dei diritti dei lavoratori. Siamo convinti che il lavoro regolare passi soprattutto per la formazione, su cui la Regione è attivamente impegnata, perché rappresenta l’occasione di trasmettere conoscenze, diritti e legalità, che sono le basi fondamentali per costruire una cittadinanza reale. Il settore agricolo rappresenta un campo di intervento importante in questo senso, ma a differenza di altre regioni italiane, in Friuli Venezia Giulia non è l’unico, né il principale. A livello locale l’attenzione va mantenuta alta anche su altre aree produttive”.
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