26 ottobre 2017
Il Piccolo, 26 ottobre 2017
Il gruppo di aspiranti giardinieri che si è venuto a creare durante le ore di lezione e di stage del Cefap è già ben affiatato.
Tanto che, con entusiasmo e un po’ di ambizione, docenti e corsisti stanno provando a immaginare qualche progetto comune per il futuro. Qualcosa, spiegano, a metà tra il lavoro sul campo, per curare e progettare il verde in maniera naturale e rispettosa dell’ambiente, e la divulgazione, con progetti che possano coinvolgere magari le scuole, o l’ambito sociale. Chissà se ce la faranno (anche se la loro voglia di mettersi in gioco è già un ottimo punto di partenza) ma nel frattempo quel che è certo è che uno dei gioielli goriziani, il parco di Palazzo Coronini, sta diventando più bello grazie agli sforzi e all’impegno di queste persone.
Un qualcosa che non può non far piacere ovviamente anche alla Fondazione che lo gestisce.
«Quello che abbiamo siglato, e che prevede di svolgere qui la parte pratica del corso del Cefap, è un accordo interessante che speriamo di poter confermare anche un domani – dice Enrico Graziano, direttore della Fondazione Coronini Cronberg –.
E anche per questo il rapporto è rinnovabile di anno in anno. Del resto questo parco è un bene della città e per la città, e vorremmo fosse sempre più vivo e vissuto. Ovviamente i partecipanti al corso si limitano alla manutenzione ordinaria, sotto la nostra supervisione, visto che per gli interventi straordinari e le operazioni più complesse è necessario procedere attraverso altre strade, e sotto la supervisione della soprintendenza.
Ma per il futuro abbiamo in serbo diversi altri interventi di miglioramento e cura del parco, in accordo ad esempio con gli Alpini o con il Corpo Forestale, senza contare le iniziative legate al giardinaggio, e di stampo sociale, che conduciamo assieme al Cisi con le persone disabili».
Di recente il parco di Palazzo Coronini è stato pesantemente danneggiato dalla serie di eventi meteorologici particolarmente violenti che hanno colpito Gorizia nei mesi scorsi, e dunque resta in attesa di alcuni interventi (come la rimozione di piante di grosse dimensioni abbattute) costosi e delicati.
Nulla che possano fare i pur volenterosi allievi di Paolo Vergine e di Luca Azzano, l’altro giardiniere professionista che sta provando a trasmettere il suo sapere a Silvia, Massimo, Robert, Manuel e Massimiliano.
«Gli effetti del nostro lavoro sono già piuttosto evidenti, e possiamo dire che il parco è diventato più bello – racconta con giustificato orgoglio Azzano –. Un progetto come quello che stiamo portando avanti è così doppiamente utile: da un lato offre un’occasione di crescita e formazione a persone rimaste senza lavoro, dall’altro lascia qualcosa di tangibile al territorio, e in questo caso alla città di Gorizia».
Non è un caso forse se l’impressione è che nelle ultime settimane più persone si siano avventurate nel parco per scattare qualche fotografia di fronte alle aiuole rimesse a nuovo, o immortalando statue e decori finalmente liberati dalla vegetazione, che offrono adesso scorci e visuali dimenticate di questa eccellenza cittadina.
«Questi allievi stanno dimostrando grande voglia e disponibilità ad apprendere e sacrificarsi – dice Azzano –. Per qualcuno di loro questa esperienza potrebbe diventare un lavoro, anche se per imparare davvero il mestiere la strada è molto più lunga. Oggi c’è una certa richiesta di giardinieri e di professionisti del verde, ma al tempo stesso ci sono anche tante, troppe persone che si improvvisano, magari per arrotondare lo stipendio o per sopperire alla mancanza di lavoro legata alla crisi». (m.b.)