10 giugno 2019
a cura di Stefania Feltrin, Referente Area Sicurezza in Agricoltura CEFAP
Numerosi studi definiscono le fasi di approccio, governo e gestione dell’animale di grossa taglia (bovini, equini e verri) come tra le situazioni a più elevato rischio infortunistico in agricoltura, benché evitabile con la conoscenza specifica del comportamento animale.
Infatti, anche se meno numerosi rispetto a quelli con mezzi agricoli, gli
infortuni con animali sono
molto spesso gravi,
in alcuni casi
mortali, ed avvengono principalmente nelle seguenti fasi:
- movimentazione e scarico di animali
- mungitura
- controllo e ispezione
- pulizia e igienizzazione box e paddock.
L’allevatore, per gestire in maniera corretta la sicurezza, deve soprattutto saper analizzare i fattori di rischio derivanti dalla carica o dal contatto diretto con gli animali di grande e piccola taglia.
A questo proposito, sebbene i nuovi allevamenti siano sempre progettati con strutture quali “passo uomo” e “sistemi di auto-cattura” (
Figura 1), le realtà produttive di qualche anno fa risultano carenti di tali presidi.
Misure di protezione
Nella maggior parte dei casi gli infortuni avvengono con tori adulti, vacche primipare o con patologie, animali che sono appena stati scaricati da mezzi di trasporto e fanno il primo accesso in azienda. Per ridurre tali tipologie di rischio sono fondamentalmente
quattro le
azioni preventive che devono essere messe in atto:
- avere una
buona conoscenza dell’animale: si ritiene infatti che l’analisi del comportamento dell’animale possa prevenire in modo significativo eventuali cariche o calci degli animali stessi;
- effettuare operazioni sull’animale solo se necessario, evitando quelle che possano stressare l’animale determinando comportamenti anomali. Utilizzare inoltre sempre gli strumenti di auto-cattura o di cattura presenti in allevamento;
- non effettuare operazioni straordinarie da soli (in caso di parti, ferite o anomalie è sempre opportuno che in stalla vi siano almeno due persone). Nella gestione della stalla gli operatori, quando effettuano operazioni di movimentazione degli animali, devono avere sempre con sé il telefonino. Se si opera in solitudine, viene consigliato un presidio chiamato “uomo a terra” che rileva se l’operatore è svenuto a seguito di un malore o di una carica di un animale;
- non dare mai per scontato l’atteggiamento dell’animale: non esistono animali buoni o cattivi. Vi sono dei meccanismi che possono stressare e rendere aggressivi animali che normalmente sono mansueti, come ad esempio cambi di luce molto forti, rumori non abitudinari, operazioni delicate come la mascalcia.
La formazione
Anche in questo caso, oltre alle misure di prevenzione accennate precedentemente, sono due gli strumenti che l’allevatore deve mettere in gioco per poter ridurre gli scenari di rischio:
- Corretto addestramento: da attuare con tutto il personale coinvolto nelle attività con gli animali. Nel caso di impiego di personale straniero la normativa impone che l’addestramento e la formazione siano comprensibili e assimilabili dal lavoratore, per cui occorre effettuare l’addestramento anche con strumenti specifici in lingua madre o straniera veicolare, oppure con corsi che possano avere dei traduttori o mediatori culturali;
- Dotare di idonei DPI il lavoratore: in questo caso, il lavoratore deve indossare sempre calzature con protezioni sul piede e con caratteristiche antiscivolo, suola in vibram. Va sottolineato inoltre che essendo comunque un’attività insudiciante, l’azienda deve adottare idonee procedure di carattere igienico e sanitario e fornire agli addetti della stalla vestiti da lavoro idonei.
Si ricorda altresì che, oltre alle fasi di gestione dell’animale, in stalla sono comunque presenti
numerosi altri fattori di rischio quali:
- rischio Biologico con zoonosi e contatto diretto con deiezioni o secreti degli animali;
- tagli e cadute;
- rischio chimico nelle fasi di igienizzazione della sala di mungitura;
- posture incongrue;
- movimenti ripetitivi
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