Continuando il nostro viaggio tra le storie degli allievi CEFAP, oggi facciamo tappa al Circolo Agrario di Villotta e di Forcate per incontrare Cristiana e Valentino, che ringraziamo per aver accettato di condividere con noi la loro storia.
“Ciao a tutti, sono Cristiana e ho 36 anni. Sono originaria di Giais di Aviano ma da 7 anni vivo a Valvasone. Mi sono diplomata al liceo scientifico e ho successivamente frequentato il DAMS a Padova conseguendo la laurea breve. Per qualche anno ho provato a dedicarmi alla mia vera passione, lavorando nel campo dello spettacolo; nonostante la determinazione e l’impegno, quel mondo concedeva però solo ingaggi brevi, tirocini sottopagati e qualche rimborso spesa che, alla lunga, non mi avrebbero permesso di costruire un futuro. Consapevole di questo, ho deciso così di ricominciare da zero reinventandomi.
Non potendo contare su una formazione specifica, con tutta l’umiltà possibile, mi sono rimboccata le maniche ripartendo prima come banconiera e poi dedicandomi al settore del commercio; per sette anni ho svolto la mansione di commessa a Pordenone, presso un’importante catena di abbigliamento.
Quegli anni, per me, sono stati ricchi di grandi soddisfazioni personali, tanto che nell’ultimo anno e mezzo ero stata nominata responsabile di un intero punto vendita. Tuttavia, anche se dal punto di vista umano il rapporto con i colleghi era splendido, dal punto di vista professionale non riuscivo più a sentirmi realizzata. Il mercato e la clientela a cui l’attività si rivolgeva erano davvero difficili da gestire, complice anche la dura concorrenza delle catene fast fashion; avevo cominciato a sentirmi “in gabbia”, incastrata in una realtà lavorativa che non mi offriva più stimoli e dalla quale sentivo il bisogno di allontanarmi.
Facendo tutte le valutazioni del caso, ho deciso di prendere nuovamente in mano la mia vita e di dargli una nuova direzione… non senza incontrare delle difficoltà!
Prima fra tutte l’età: avevo già 35 anni, non proprio l’ideale per reinserirmi nel mondo del lavoro. Ero anche sposata da poco... il che voleva dire essere etichettata come un’ipotetica “bomba orologeria con il pancione”. A rendere poi la situazione più critica era la mancanza di una vera formazione pregressa, a cui dovevo subito porre rimedio.
Non sapendo da dove iniziare, sono ripartita dalla mia seconda passione: le piante e il verde. Avendo sempre nutrito un certo interesse per questa tematica, ho deciso di approfondire le mie conoscenze formandomi nel settore. Da lì ho scoperto il corso PIPOL “Gestione del punto vendita di prodotti per l’agricoltura” proposto da Cefap e ho deciso subito di iscrivermi.
Ero disoccupata, provenivo già dal mondo del commercio al dettaglio e il corso veniva erogato vicino a casa: mi sembrava un buon compromesso.
Il corso per me non è stato utile, è stato illuminante. Mi ha permesso non solo di ampliare le mie conoscenze, ma anche di entrare a contatto con una realtà aziendale del settore.
Dopo aver svolto l’attività di stage presso il circolo agrario di Biauzzo sono stata selezionata assieme ad altri tre compagni di corso per lavorarci un altro semestre. Da Biauzzo sono stata poi trasferita qui a Villotta: ammetto che inizialmente un po’ di preoccupazione c’è stata, ma ad oggi sono contentissima di aver accettato la proposta… i colleghi mi hanno accolta subito a braccia aperte e ora li considero come una seconda famiglia.
Oltretutto, devo ringraziare doppiamente il progetto PIPOL perché durante il corso è stato previsto anche un incontro facoltativo in collaborazione con il centro per l’impiego riguardo gli incentivi all’assunzione. Se lo chiamano “mercato del lavoro”, quell’incontro mi ha dato tutte le armi per “vendermi” bene.
Quando ci si presenta davanti ad un ipotetico datore è sempre bene mostrarsi come una risorsa pronta ad apportare un valore aggiunto e mai come un mero numero, lì per elemosinare solo uno stipendio. In più, avendo fatto il quadro della situazione, sapevo di essere portatrice di vantaggiosi incentivi di assunzione… carta che ho deciso saggiamente di giocare!
Nonostante l’azienda ne fosse già a conoscenza, ciò ha dimostrato un “brio mentale” ed una consapevolezza del mio potenziale che ha fatto la differenza. Oggi sono assunta a tempo indeterminato e mi sento assolutamente realizzata.
Consiglio questa tipologia di corsi a chi ha davvero voglia di rimettersi in gioco ed è fortemente motivato ad intraprendere una nuova strada professionale. Io sapevo di avere un’occasione d’oro fra le mani e non me la sono fatta scappare… anche perché i benefici della disoccupazione non possono durare per sempre.
Invito soprattutto a non prendere il periodo di stage con superficialità. Ricordiamoci che l’azienda ci sta ospitando all’interno di un team di lavoro già consolidato e che non investe economicamente su di noi al 100%: mettere in luce le proprie abilità e potenzialità è sempre un buon punto di partenza per essere notati.
Un’altra persona che ha saputo reinventarsi completamente è Valentino, approdato nel settore agricolo dopo anni di lavoro nei locali notturni. Come mai questo drastico cambiamento?
“Sono Valentino, ho 39 anni e, dopo aver frequentato l’istituto alberghiero Stringher a Udine, ho lavorato per quasi 11 anni in locali notturni, bar e discoteche. Oggi lavoro da circa un anno e mezzo al Circolo Agrario di Forcate (Fontanafredda), in un ambito completamente diverso rispetto a quello a cui ero abituato.
Perché questo cambiamento drastico? Molte persone cambiano vita perché il lavoro non le soddisfa o perché le fa sentire oppressi… ma questo non è stato il mio caso! Nel 2008 mi hanno riscontrato una malattia rara ed abbandonare quello stile di vita è stata per me una scelta obbligata. I medici mi avevano caldamente sconsigliato di continuare seguendo quei ritmi, scanditi dai classici turni del “sai quando inizi e non sai quando finisci” e così, dal considerarmi tra i pochi fortunati ad amare il proprio lavoro, sono passato dalla parte di chi doveva crearsi un piano B.
Posso essere onesto? Ho scelto totalmente a caso! Nel 2015 ho frequentato da CEFAP il corso dedicato al Web Marketing, utilissimo per approfondire temi di cui non si sa mai abbastanza ma che poi non si è concretizzato in un’attività lavorativa. Da lì, visto la mia propensione al contatto con le persone, ho pensato fosse interessante frequentare il corso PIPOL dedicato alla gestione di un punto vendita. Come la mia collega Cristiana, dopo il tirocinio sono stato riconfermato presso una filiale del circolo agrario (precisamente quella di Forcate) e col senno di poi sono molto contento di come sia andata.
Ho trovato il corso PIPOL decisamente interessante, anche se un po’ “generico”. Secondo quella che è stata la mia esperienza durante il tirocinio, la parte in aula mi ha offerto un’infarinatura generale sulle diverse tematiche, trattandone alcune in modo specifico ed altre in modo più generale. Tuttavia, mi rendo conto che un corso non potrà mai risolvere le esigenze di tutti i partecipanti, considerando anche che ognuno di noi è poi chiamato ad occuparsi di aspetti diversi.
Personalmente, operando all’ingrosso, avrei apprezzato qualche lezione pratica in più sull’uso del muletto o mi sarebbe stato utile acquisire il cosiddetto “patentino fitosanitario”, ma sono consapevole che dipendenti come Cristiana, impegnati a gestire i rapporti con la clientela in negozio, non abbiano le mie stesse esigenze.
Al di là di questo, una tematica potenzialmente interessante per tutti potrebbe essere merceologia. Qualche nozione tecnica ulteriore sulla denominazione della merce farebbe risparmiare tempo a noi, che non correremmo da un capo all’altro del negozio per ricercare un determinato prodotto, ai colleghi, che non perderebbero tempo prezioso per spiegarci cosa cercare, e infine al cliente, che sarebbe servito molto più velocemente. Per il resto, sulla preparazione dei docenti nulla da dire: li ho trovati sempre molto preparati e disponibili.
Tirando le somme di questa esperienza, consiglierei in ogni caso i corsi PIPOL a chiunque necessiti di una riqualificazione. Questo tipo di percorso permette di costruirsi un bagaglio culturale valido e spendibile in qualsiasi realtà del settore. Certo, alla fine dello stage non è detto che l’ente ospitante garantisca l’assunzione, ma l’importante è applicarsi al massimo per riuscire a trarne qualcosa di buono.. così come abbiamo fatto noi.